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L’exploit dei vini messinesi Faro, Mamertino e Malvasia

La provincia di Messina, incastonata nella bellissima Sicilia, non solo offre paesaggi mozzafiato e una storia ricca, ma anche una tradizione vinicola millenaria. Tra le sue gemme enologiche spiccano tre pregiati vini: Faro, Mamertino e Malvasia. Ognuno di questi vini racconta una storia unica e rappresenta un’autentica espressione del territorio e della cultura siciliana.

Delle 23 aree di produzione dei vini a Denominazione di Origine Controllata (DOC) riconosciute in Sicilia, tre ricadono nella provincia di Messina e rappresentano un ampio periodo della lunga storia del vino sull’isola. La DOC Faro, la DOC Mamertino e la DOC Malvasia delle Lipari sono tre aree vitivinicole del territorio della provincia di Messina che rispettano tre differenti disciplinari di produzione e che, ognuna con le sue peculiarità, rispecchiano la storia e il territorio su cui ricadono.

Faro: Il Vino dell’Eroe

Faro è uno dei vini più affascinanti e antichi della Sicilia. La sua storia affonda le radici nell’antica Grecia, quando i coloni fondarono la città di Messina e iniziarono a coltivare le vigne sui pendii collinari che si affacciano sullo Stretto. Il nome stesso, Faro, deriva dal greco “pharos”, che significa “faro”, simbolo di guida e sicurezza per i naviganti.

Questo vino rosso è prodotto principalmente con uve Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, con possibili aggiunte di altre varietà autoctone come Nocera e Nero d’Avola. Il risultato è un vino elegante, complesso e strutturato, con sentori di frutta rossa matura, spezie e note minerali. Faro è un vino che richiede pazienza e dedizione durante la sua produzione e invecchiamento, ma le sue ricompense sono straordinarie.

La DOC Faro è stata riconosciuta il 3 dicembre 1976, e delimita il territorio di produzione dei vini esclusivamente ai vigneti ricadenti sul territorio del Comune di Messina. I vini Faro DOC sono esclusivamente rossi e si possono ottenere da uve di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Nocera; quest’ultima varietà è quella che più delle altre identifica il territorio messinese in quanto è coltivata esclusivamente qui. Oggi circa 20 aziende producono vini con certificazione DOC Faro e la superficie vitata dell’intera DOC non raggiunge i 30 ha produttivi. Il nome di questa DOC si fa risalire al popolo dei Pharii, di origine greca che colonizzarono gran parte delle colline messinesi nel 750 a.c. e si dedicarono all’attività agricola e in modo particolare alla coltivazione della vite.

Mamertino: Un Viaggio nel Passato

Il Mamertino è un altro tesoro enologico della provincia di Messina, con una storia che risale all’epoca romana. Secondo la leggenda, il Mamertino era il vino preferito di Giulio Cesare durante le sue campagne in Sicilia. La sua fama era tale che veniva offerto agli dei durante i sacrifici religiosi.

Questo vino è prodotto principalmente con uve Nocera e Nero d’Avola, anche se possono essere presenti altre varietà locali. Il Mamertino è un vino rosso di grande struttura e complessità, con aromi di frutti rossi, spezie e note terrose. È un vino che riflette la forza e l’autenticità del territorio siciliano, capace di invecchiare con eleganza nel corso degli anni.

La DOC Mamertino è la più giovane delle tre infatti è stata riconosciuta l’11 novembre 2004 e comprende i territori di 31 comuni della provincia di Messina e, ad esclusione del comune di Messina, abbraccia buona parte del Val Demone dalla costa tirrenica a quella ionica. I vini bianchi sono ottenuti da uve Inzolia, Catarratto, Grillo e in piccola percentuale, anche da altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Messina. I vini rossi sono ottenuti da uve Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Nocera. E’ consentito l’uso di altre uve autorizzate alla coltivazione nella provincia di Messina fino ad un massimo del 30%. Sia il Mamertino Bianco che il Mamertino Rosso possono essere imbottigliati come “Riserva” se hanno un affinamento di almeno 24 mesi di cui 6 mesi in botti di legno. La DOC Mamertino oggi conta circa 15 produttori le cui aziende sono di piccola dimensione, per un totale di circa 100 ha di vigneti produttivi.

Malvasia delle Lipari: Il Dolce Tesoro dell’Isola

La Malvasia delle Lipari è un vino dolce e aromatico che ha le sue radici nell’arcipelago delle Isole Eolie, di cui fa parte anche l’isola di Lipari, situata al largo delle coste settentrionali della Sicilia. Questo vino è prodotto principalmente con uve Malvasia Bianca di Lipari, coltivate su terreni vulcanici ricchi di minerali.

La Malvasia delle Lipari è un vino dal colore dorato e dall’aroma intenso e complesso, con note di fiori bianchi, frutta candita e miele. È un vino da meditazione, da gustare lentamente per cogliere tutte le sfumature del suo carattere unico e avvolgente.

La DOC Malvasia è stata riconosciuta il 20 settembre 1973 e include tutto il territorio dell’arcipelago delle isole Eolie (o Lipari). Le varietà di uva contemplate nel disciplinare di produzione includono la quasi totalità di Malvasia di Lipari, ed una piccola percentuale di Corinto Nero. I vini Malvasia delle Lipari DOC prevedono le tipologie passito, liquoroso (con alcool aggiunto) o secco, in base alla percentuale di zuccheri naturali presenti nel vino.

In conclusione

I vini messinesi, con le loro storie millenarie e le loro caratteristiche distintive, rappresentano un patrimonio prezioso della cultura enologica siciliana. Faro, Mamertino e Malvasia delle Lipari sono solo alcune delle gemme che arricchiscono il panorama vinicolo della provincia di Messina, invitando gli amanti del buon vino a scoprire e apprezzare la ricchezza di questo territorio unico al mondo.

L’intera area Messinese è caratterizzata oggi da una notevole frammentazione in piccole aziende che producono vini di altissima qualità ma ancora poco conosciuti. In particolare la presenza di una varietà autoctona come il Nocera, così intimamente legata al territorio messinese e con caratteristiche organolettiche tanto uniche quanto pregevoli, non gode ancora della visibilità che meriterebbe in quei mercati in cui la territorialità e la riscoperta dei vitigni autoctoni sono i principali criteri di scelta tra i consumatori più esigenti e i professionisti del mondo del vino.

-Domenico Aragona

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